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Cassazione 2024- La Cassazione ha recentemente precisato che il datore di lavoro può avvalersi di qualsiasi mezzo di prova utilizzabile in giudizio per dimostrare che la malattia di un dipendente è simulata. La Corte ha sottolineato che, in caso di contestazioni sulla genuinità di una malattia dichiarata da un lavoratore, l'imprenditore ha il diritto di raccogliere prove per verificare la veridicità della situazione e tutelarsi da possibili abusi.
Secondo la sentenza, il datore di lavoro non è limitato a una specifica tipologia di prove e può utilizzare, ad esempio, testimonianze, documentazione medica, indagini private, o qualsiasi altro elemento che possa essere ritenuto utile e ammissibile in sede giudiziaria per accertare i fatti. In sostanza, se il datore di lavoro sospetta che la malattia sia falsa o simulata, può ricorrere a tutte le prove legittime per dimostrare la sua tesi, sempre nel rispetto dei diritti del lavoratore.
La Corte ha inoltre sottolineato che, nel caso in cui la simulazione della malattia venga provata, il lavoratore potrebbe essere soggetto a sanzioni disciplinari o addirittura al licenziamento per giusta causa, in quanto si tratterebbe di una grave violazione degli obblighi contrattuali.
In sintesi, la Cassazione ha ribadito il principio di libertà di difesa del datore di lavoro, che può adottare qualsiasi mezzo di prova ritenuto utile per accertare la verità su una malattia dichiarata da un dipendente, nel rispetto delle norme di legge.

https://drive.google.com/file/d/1hLzi-fEsO7ppcVMJVRrRm_TLaX_XwBsw/view?usp=sharing

   

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