Cassazione 2025-La Corte di Cassazione ha affermato che l’applicazione del periodo di comporto ordinario a un lavoratore disabile, senza tener conto della sua condizione di disabilità, può configurarsi come una forma di discriminazione indiretta.
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- Categoria: Sentenze - Ordinanza - Parere - Decreto
- Creato Domenica, 12 Gennaio 2025 18:05
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Cassazione 2025-La Corte di Cassazione ha affermato che l’applicazione del periodo di comporto ordinario a un lavoratore disabile, senza tener conto della sua condizione di disabilità, può configurarsi come una forma di discriminazione indiretta. Questo perché la disabilità può comportare una maggiore incidenza di assenze per motivi di salute, rispetto a un lavoratore non disabile.
In tali casi, il datore di lavoro non può licenziare il lavoratore disabile per il superamento del periodo di comporto ordinario, a meno che non abbia previamente acquisito informazioni sulla correlazione tra le assenze per malattia e lo stato di disabilità del lavoratore. In altre parole, il datore di lavoro ha l’obbligo di considerare la condizione di disabilità prima di prendere decisioni che potrebbero portare al licenziamento, al fine di evitare discriminazioni.
Questa interpretazione ha come obiettivo la protezione dei diritti dei lavoratori disabili e garantisce che le misure previste dal contratto di lavoro non siano applicate in modo da penalizzare in modo ingiustificato chi ha una condizione di salute che richiede cure o trattamenti frequenti.
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