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Cassazione 2024- la ripetizione delle somme indebitamente percepite da un dipendente pubblico per attività extraistituzionale non autorizzata, e il relativo inquadramento giuridico in termini di responsabilità e prescrizione.

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Cassazione 2024- la ripetizione delle somme indebitamente percepite da un dipendente pubblico per attività extraistituzionale non autorizzata, e il relativo inquadramento giuridico in termini di responsabilità e prescrizione.
Secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione, l'azione proposta dalla Pubblica Amministrazione (PA) per la restituzione di tali somme ha natura contrattuale, in quanto si fonda sull'inadempimento degli obblighi di fedeltà e di lealtà che il dipendente ha nei confronti dell'amministrazione di appartenenza. Questo significa che il dipendente, percependo compensi per attività non autorizzate, viola i doveri contrattuali a lui imposti.
In particolare, la Cassazione ha stabilito che il termine di prescrizione per l'azione di ripetizione delle somme indebitamente percepite è di dieci anni. Questo termine decorre dal momento in cui il dipendente ha effettivamente percepito il compenso.
Inoltre, è importante sottolineare che la responsabilità dell'erogatore del compenso (cioè la persona o l'ente che ha corrisposto il pagamento al dipendente) è esclusa in relazione a tale inadempimento. Questo significa che l'erogatore non è considerato responsabile per il fatto che il dipendente ha agito in violazione dei doveri contrattuali nei confronti della PA.
Questa impostazione giuridica mira a tutelare l'integrità dell'azione amministrativa e a garantire che i dipendenti pubblici operino nel rispetto delle norme e dei principi di legalità, evitando conflitti di interesse e attività non autorizzate.

https://drive.google.com/file/d/1UFAP9O0-Gxf320hNAKU2SefmP2lakweD/view?usp=sharing

 

 

   

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