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Cassazione 2024-Il tema del licenziamento per ritardi reiterati è un argomento complesso, che coinvolge diverse norme giuridiche e giurisprudenze. In Italia, il licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo può essere considerato legittimo in caso di comportamenti ripetuti da parte di un dipendente che ledano il rapporto di fiducia instaurato con il datore di lavoro.
La giurisprudenza della Corte di Cassazione ha chiarito che:
1. Ritardi Ripetuti: I ritardi devono essere in effetti "reiterati" e "ingiustificati". La Corte di Cassazione spesso valuta il contesto in cui si sono verificati i ritardi, tenendo conto anche delle circostanze personali o lavorative del dipendente.
2. Principio di proporzionalità: Il licenziamento deve essere una misura proporzionata rispetto alla gravità della condotta del lavoratore. Se i ritardi sono occasionali e non incidono in modo significativo sull'attività lavorativa, il datore di lavoro potrebbe essere chiamato a cercare altre soluzioni prima di considerare il licenziamento.
3. Procedura di contestazione: È fondamentale che il datore di lavoro segua una corretta procedura di contestazione disciplinare, notificando al dipendente le infrazioni e permettendo di fornire le proprie giustificazioni prima di giungere al licenziamento.
4. Evidenze documentali: Il datore di lavoro deve documentare i ritardi e dimostrare che questi hanno avuto un impatto negativo sull'attività aziendale.
In sintesi, per un licenziamento legato a ritardi reiterati, è necessario che il datore di lavoro dimostri non solo la gravità della condotta del lavoratore, ma anche l’impossibilità di mantenere il rapporto di lavoro e che abbia rispettato le procedure disciplinari previste dalla legge.

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