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Cassazione 2024-La recentissima pronuncia della Corte Suprema di Cassazione, in particolare della Quinta Sezione Penale, interviene su una questione di grande rilevanza nel campo del diritto informatico e della protezione dei dati. Il caso in esame riguarda l'accesso abusivo ai sistemi informatici, specificando come tale accesso possa configurarsi anche nel contesto di un rapporto gerarchico all'interno di un'azienda.
L'accesso abusivo ai sistemi informatici è regolato dall'articolo 615-ter del Codice Penale italiano e si verifica quando qualcuno si introduce, tramite violenza o minaccia, in un sistema informatico altrui o vi permane contro la volontà del titolare del sistema. La novità della pronuncia riguarda la definizione di accesso abusivo in situazioni in cui il soggetto che accede (in questo caso, un superiore gerarchico) utilizza le credenziali fornite da un collaboratore subordinato.
"Accesso disfunzionale"
La Corte ha coniato il termine “accesso disfunzionale” per indicare una situazione in cui un superiore sfrutta credenziali che non sono destinate a lui per accedere a informazioni o dati aziendali. È fondamentale sottolineare che, in questo caso, il superiore agisce al di fuori delle proprie competenze e responsabilità, approfittando delle autorizzazioni di un sottoposto.
Implicazioni della Sentenza
1. Responsabilità del Superiore: Con questa sentenza, la Corte ha chiaramente affermato che anche i superiori gerarchici non sono immuni da responsabilità penali nel caso in cui accedano abusivamente a un sistema informatico. Questo implica che, anche in un contesto di “fiducia” e “legittimità” nell’ambito aziendale, il superamento dei limiti di accesso può costituire reato.
2. Rilevanza delle credenziali: La decisione sottolinea l'importanza della provenienza delle credenziali utilizzate per accedere a un sistema. Se le credenziali sono esplicitamente destinate a un collaboratore e non a un superiore, il loro utilizzo da parte del superiore è considerato abusivo.
3. Tutela della Privacy e dei Dati Aziendali: La sentenza contribuisce a rafforzare le misure di protezione della privacy e della sicurezza dei dati all'interno delle aziende, ricordando che l'accesso non autorizzato o non conforme alle policy aziendali può avere ripercussioni giuridiche.
Conclusione
La pronuncia della Corte Suprema di Cassazione apre a riflessioni importanti sulla governance della sicurezza informatica all'interno delle aziende e sulla definizione dei ruoli e delle responsabilità. È fondamentale che le aziende adeguino le loro politiche interne e formazione per garantire che tutti i dipendenti, indipendentemente dal loro livello gerarchico, siano consapevoli dei limiti e delle conseguenze di accessi impropri ai sistemi informatici.

https://drive.google.com/file/d/1TR2Gyjl2VvEEWVxMN09_G668ezsi7Mmp/view?usp=sharing

   

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