Il sindacato torni a fare il sindacato .

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Creato Lunedì, 13 Marzo 2000 10:33
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Il sindacato torni a fare il sindacato .

Questa frase giorno dopo giorno tra i lavoratori è sempre più ricorrente al pari di quella più famosa lanciata da Nanni Moretti "" D'Alema dicci qualcosa di sinistra "" .

Il problema " sindacato " è stato affrontato direttamente o indirettamente nei molti interventi succedutisi all'ultimo CPN di luglio del Partito della Rifondazione Comunista .

Ciò sta a significare che la voce dei lavoratori è giunta così in alto da far recepire la distanza che è in atto tra questi e il sindacato , e così evidente da far aprire una seria riflessione sul tema da parte dell'intero CPN del PRC.

La superficialità sindacale ha superato abbondantemente la soglia di attenzione e quindi bisogna tentare di riprendere le redini in mano per ricostruire una sinistra sindacale unita , così come l'aveva ideata Giuseppe Di Vittorio (o vogliamo far confluire anche lui nell’ormai consueto revisionismo e definirlo conservatore ? ), che voleva un sindacato indipendente non solo dai padroni e dal Governo ma anche dai partiti , e sottolineava inoltre che " lo sciopero è un'arma decisiva per i lavoratori per difendere il proprio pane e i propri diritti - tutti i lavoratori hanno il diritto di sciopero " .

Il " virus della normalizzazione " al pari della nube di Cernobyl si è propagato a 360° colpendo anche il mio sindacato che con fair play di contratto in contratto ha ceduto alle pretese dei vari Governi che di volta in volta si sono sempre più appellati ad " atti di responsabilità " da parte dei rappresentanti dei lavoratori e tutto in nome di " patti " che puntualmente alla fine sono stati o che verranno regolarmente disattesi .

Prima l'eliminazione della scala mobile , e dal 1992 ad oggi i tagli alle pensioni con il sempre più vicino intento di tramutare dal sistema retributivo a quello contributivo e parallelamente gli attacchi allo stato sociale sono stati sempre maggiori , mentre le manovre sulle detrazioni IRPEF , come quella varata nel 1997 , ha reso più ricco chi già lo era, e le varie riforme che hanno preceduto e/o seguito le manovre del 1997 sono state improntate al leggendario Robin Hood , apportando però una piccola variante alla storia originale cioè quella di " togliere ai poveri per donare ai ricchi " .

Ora nella nuova saga dell'anno 2000 hanno innescato la querelle che se i giovani non lavorano la colpa è dei nonni . Non sanno più a che Santo aggrapparsi !

Se le riforme avessero previsto solo l'abolizione delle baby pensioni o il ridimensionamento di quelle dei Parlamentari, dei Magistrati , degli alti burocrati sia pubblici sia privati ,dei commessi e/o uscieri della banca d’Italia e dei “ Palazzi “ che contano , sarebbe stata una operazione più che giusta ed accettabile .

Invece no , si è voluto strafare allungando a dismisura l'uscita dal mondo del lavoro dei lavoratori in produzione, puntando così a due obiettivi , il primo dei quali è la probabilità che il lavoratore alla pensione non ci arrivi ,mentre il secondo è che la mancata uscita dal mondo del lavoro di fatto non permette un ricambio generazionale tale da alimentare le pensioni di chi va fuori produzione ipotecando , contestualmente , con un tappo naturale la non immissione dei giovani nel mondo produttivo .

Come già detto la misura è colma , più in basso di così non si può cadere .

Ora si può solo tentare di risalire , con l’auspicio che la sinistra sindacale della CGIL ritrovi la sua unità profondendo i suoi sforzi all'indirizzo dei settori più deboli della società dai diseredati, agli sfrattati , all’assistenza e istruzione pubblica , alle 35 ore , ai lavoratori in produzione e quelli in attesa di prima occupazione , aprendo contemporaneamente una seria e sana discussione interna per riaprire i canali di democrazia e di dialogo per tutte quelle situazione di "" confino "" di tutti quei compagni che non hanno condiviso e che non condividono i percorsi dell'attuale maggioranza , la cui unica colpa è stata quella di voler fare sindacalismo sul serio e , forse, quella di essere iscritto al Partito della Rifondazione Comunista .

Dal CPN del Partito della Rifondazione Comunista è venuta una forte sollecitazione ,a tutti i compagni ovunque essi si trovino , per ricostruire quelle spinte e idealità sindacali proprie della sinistra , ripartendo dal basso e in tutti i settori che compongono la nostra società produttiva, ed anche per dimostrare che i comunisti non sono unitari soltanto quando essi sono maggioranza nel sindacato, ma sono stati e sono unitari sempre .

 

 

 

 

Massimiliano VALDANNINI