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Italia deferita alla Corte di Giustizia per il mancato recepimento della normativa UE in materia di diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario.

Dettagli

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Il pacchetto mensile di decisioni relative alle infrazioni comprende i procedimenti legali portati avanti dalla Commissione europea nei confronti degli Stati membri che non hanno rispettato gli obblighi derivanti dal diritto dell'Unione. Queste decisioni, che coprono molti settori, mirano a garantire la corretta applicazione del diritto dell’UE a beneficio dei cittadini e delle imprese. La Commissione ha adottato oggi 139 decisioni, di cui 11 pareri motivati e 3 deferimenti alla Corte di giustizia dell'Unione europea. Per l'Italia 1 deferimento in materia di diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario e 2 pareri motivati, uno in materia ambientale e uno sul diritto d'autore.
 Diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario:  la Commissione deferisce alla Corte di giustizia l'Italia per il mancato rispetto della normativa dell'UE

La Commissione europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia pe ril mancato recepimento della normativa UE in materia di diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario. Infatti il regolamento europeo (n. 1371/2007 ) relativo ai diritti dei passeggeri, stabilisce diversi obblighi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri, che dovevano applicarli entro il 3 dicembre 2009.

L’Italia non ha ancora istituito un organismo ufficiale e autorizzato a vigilare sulla corretta applicazione del regolamento sul suo territorio, né ha stabilito norme volte a sanzionare le violazioni della legislazione pertinente. Senza queste due azioni necessarie, i passeggeri che viaggiano in treno in Italia o verso altri paesi dell’UE non possono far rispettare i loro diritti in caso di problemi.

Il regolamento europeo tutela i passeggeri, attraverso l'applicazione di una serie di diritti di base, come la parità di accesso al trasporto e la protezione da discriminazioni; il diritto all'assistenza senza costi aggiuntivi per i disabili; il diritto al rimborso in caso di soppressione o ritardi ed a ottenere un risarcimento in caso di decesso o lesioni sia alle persone che al bagaglio trasportato.

Il comunicato della commissione europea

Diritti d’autore: la Commissione esorta l'Italia a rispettare la normativa dell'UE

La Commissione europea ha invitato l'Italia a rispettare la normativa dell'UE sulla protezione del diritto d'autore per i disegni e i modelli in base alla direttiva 98/71 in materia di protezione giuridica dei disegni e dei modelli. L'obiettivo della disposizione è concedere una protezione complessiva al detentore di un diritto su un disegno. La legge italiana esclude per 13 anni dalla protezione dalle leggi sul diritto d'autore, i disegni e i modelli precedenti alla direttiva europea. Esiste però una sentenza della Corte di giustizia dell'UE che definisce contrario al diritto UE un periodo transitorio di 10 anni.

La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato, che è la seconda fase di un procedimento d’infrazione. Se le autorità italiane non daranno seguito soddisfacente alla richiesta entro due mesi, la Commissione potrà adire al riguardo la Corte di giustizia dell'UE.

Ambiente: la Commissione chiede all'Italia di migliorare la normativa nazionale sulle valutazioni d'impatto ambientale

La Commissione europea ha chiesto all'Italia di provvedere ad allineare la normativa nazionale alle norme dell'UE sulle valutazioni d'impatto ambientale (VIA),  necessarie per informare la popolazione sull'incidenza dei progetti sull'ambiente. Le obiezioni della Commissione riguardano la definizione di "progetto" nella legislazione italiana, le disposizioni relative alla partecipazione del pubblico alle VIA e l'ampiezza di determinate categorie di progetti.

Una lettera di costituzione in mora è stata inviata nell'aprile 2009, seguita da una lettera di costituzione in mora complementare nel febbraio 2012. Se da un lato diverse osservazioni hanno trovato soluzione, resta irrisolta la maggior parte delle contestazioni della Commissione, in quanto i testi preparatori presentati finora dall'Italia sono insufficienti a porre termine alla violazione o sono ancora nella fase di stesura. La Commissione invia pertanto un parere motivato. Se l'Italia non si attiverà entro due mesi il caso potrà essere deferito alla Corte di giustizia dell'UE.

Cos'è una procedura d'infrazione

Ciascuno Stato membro è responsabile dell'applicazione del diritto dell'Unione nel suo ordinamento interno. I Trattati assegnano alla Commissione europea il compito di assicurare la corretta applicazione del diritto dell'Unione. Di conseguenza, se uno Stato membro manca ai suoi obblighi, la Commissione europea ha il potere, previsto all'articolo 258 del TFUE, di ingiungere allo Stato membro di porre fine all'infrazione e, se questo non accade, di adire la Corte di giustizia (ricorso per inadempimento).

Prima di presentare un ricorso per inadempimento, la Commissione europea avvia un "procedimento d'infrazione", ossia un procedimento precontenzioso con il quale si tenta di indurre lo Stato membro a mettersi volontariamente in regola con il diritto dell'Unione. La prima tappa di questa fase è costituita dalla messa in mora: la Commissione invita lo Stato membro a comunicarle, entro un termine prefissato, le sue osservazioni sul problema di applicazione del diritto dell'Unione riscontrato. La seconda tappa è costituita dal parere motivato, nel quale la Commissione esprime il suo punto di vista sull'infrazione e crea i presupposti per un eventuale ricorso per inadempimento, chiedendo allo Stato membro di porre fine all'infrazione entro un dato termine. Qualora tale termine non sia rispettato, la presentazione di un ricorso alla Corte di giustizia apre la fase contenziosa.

(Fonte: Commissione Europea)

   

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