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Alfredo Raffuzzi ci ha lasciato

Dettagli

  Alfredo Raffuzzi
Un altro grande interprete del sindacato di polizia che ci lascia.
Uno dei padri del movimento democratico dei poliziotti e tra i padri della riforma di Polizia nonché grande PARTIGIANO, ci ha lasciato oggi
Ciao Alfredo

   1982, Hotel Ergife. 1° congresso nazionale Siulp, il Prefetto Rinaldo Coronas, Capo della Polizia, rivolge il saluto dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza ai congressisti. Sullo sfondo, dietro Coronas, Alfredo Raffuzzi, Militante Storico del Movimento per la Smilitarizzazione e la Sindacalizzazione del Corpo delle Guardie di P.S.

 

   1987, Chianciano Terme. 2° congresso nazionale Siulp, Alfredo Raffuzzi e Giovanni Baruzzi, dirigenti storici del Siulp, ricevono un riconoscimento per il loro contributo al Movimento dei Poliziotti Democratici.

 

Alfredo Raffuzzi invece è un ex poliziotto. Ha settantasette anni, è romagnolo. Però ha vissuto gran parte della sua vita professionale a Roma ed è considerato la memoria storica della polizia romana. È un uomo di sinistra, da ragazzo ha fatto il partigiano. Entrò in Polizia nel ‘45, come capitano, cioè portandosi dietro il grado che aveva guadagnato nella guerra contro i tedeschi. Poi arrivò Scelba e lo fece tornare guardia semplice. Raffuzzi è quello che ha inventato la macchina fotografica in grado di prendere con uno scatto solo il viso e il profilo. Con un sistema di specchi. La sua invenzione negli anni ‘50 fu esportata in tutto il mondo. Lui dice che il poliziotto deve essere un mediatore sociale, e che con la riforma dell’81 si andava in questa direzione. Ora si sta buttando tutto al vento. Racconta la sua storia. Nel ‘50 era a Modena quando ci fu la rivolta operaia. Il 9 gennaio lui guidava un drappello di 15 poliziotti davanti alla Orsi, la fonderia che aveva licenziato tutti. Quando arrivò il corteo, Raffuzzi iniziò a gridare al megafono: «amici operai, vi capisco, vi conosco, non facciamoci la guerra...». Discussero per mezz’ora, non ci fu contatto fisico. Poi, mentre il corteo faceva marcia indietro, da una via laterale partì una carica,chissà perché. E un brigadiere - lui lo vide - iniziò a sparare con la rivoltella. Prima im aria poi ad altezza d’uomo. Raffuzzi vide un ragazzo cadere a terra. Aveva ventun’anni, si chiamava Arturo Malagoli. Una pallottola alla nuca, morto. Malagoli aveva una figlia piccola, Marisa, che fu adottata da Nilde Jotti e da Togliatti.
Cosa pensa Raffuzzi degli avvenimento di oggi? È disperato. Dice che vogliono trasformare di nuovo la polizia in una forza di attacco, di repressione. Bisogna fermarli. Se si rompe la fiducia tra il poliziotto e i cittadini è un disastro per la convivenza civile. Raffuzzi dice di sognare il giorno che una mamma dirà al bambino: «Se hai bisogno di aiuto rivolgiti a quello in divisa. Puoi fidarti». Adesso invece gli dice: «Vedi quello in divisa? Attento, ha picchiato tuo fratello...».

 

"il malessere della polizia a 150 anni dalla nascita" - Divisioni e flop investigativi: la Ps vista da un agente-partigiano

 

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DOCUMENTI ( Storia Italiana )

DA UNA LUNGA MARCIA PER LA RIFORMA DELLA POLIZIA ITALIANA

25 APRILE 1945 – 25 APRILE 1981

   

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