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Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-08433 ..Carabinieri di Pastrengo il Consiglio intermedio della Rappresentanza militare (CoIR) un incontro tra i delegati dei CoBaR..

Dettagli

Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-08433
presentata da
MARCO PERDUCA
mercoledì 17 ottobre 2012, seduta n.815
PERDUCA, PORETTI - Al Ministro della difesa - Premesso che:
il 26 settembre 2012 si è svolto presso il Comando interregionale di Carabinieri di Pastrengo il Consiglio intermedio della Rappresentanza militare (CoIR) un incontro tra i delegati dei CoBaR confluenti un incontro fra le delegazioni degli organismi della rappresentanza militare dell'Arma dei carabinieri (CoCeR Carabinieri, CoIR "Pastrengo", CoBaR Lombardia, CoBaR Piemonte VA, CoBar Liguria);
al termine della riunione la quasi totalità dei convenuti ha approvato un documento in cui si legge «Premesso che ciò che è mancato in questi anni al personale militare non è stata tanto la possibilità di iscriversi ciascuno ad un proprio sindacato, quanto la possibilità di distinguere, sul piano delle responsabilità, quali scelte dovessero essere proprie della organizzazione gerarchica e quali invece proprie dell'organismo elettivo. Tali limiti non sempre hanno consentito alla rappresentanza militare di essere considerata, dal personale, come effettivo strumento di tutela ed hanno portato alla costituzione di associazioni che rivendicano la necessità di dare vita a strutture ad essa alternative, più tipicamente sindacali e maggiormente rappresentative degli interessi del personale; considerato che sembra banale affermare che qualsiasi Organismo di Rappresentanza non può che auspicare l'approvazione di una legge di riforma della Rappresentanza militare che sia, in senso generale, quella che può dare le migliori garanzie di autonoma, possibilità rappresentativa e di tutela dei diritti del personale rappresentato; atteso che nel confermare le valutazioni già espresse dal CoIR Pastrengo del precedente mandato i sottoscritti delegati ritengono doveroso ribadire la necessità di una radicale riforma della Rappresentanza Militare in termini estensivi delle attuali competenze, funzioni e ruolo; visto che l'attuale normativa di riferimento, ancorché da definire, risulta ancora priva del necessario pluralismo, troppo limitata nella possibilità di negoziazione interna ed esterna e che non viene incontro alla esigenza di maggiore tutela legale del singolo e della collettività militare; letto l'art. 1479 (già art. 20 della legge 382/78), che vieta comportamenti assunti ex ante, a scopo intimidatorio, "diretti a condizionare o limitare l'esercizio del mandato" e, di fatto, non reprime atti e comportamenti punitivi esercitati ex post, ossia quale ritorsione della gerarchia nei confronti dei delegati. In altri termini, manca un mezzo di difesa giudiziale dell'organismo in quanto portatore di interessi collettivi, in analogia a quanto previsto dall'art. 28 dello Statuto dei lavoratori. Chiedono al Co.Ce.R. carabinieri ed al Co.I.R. Pastrengo di deliberare condividendo le valutazioni espresse ed attivandosi in tutte le Sedi Istituzionali ritenute opportune facendosi interpreti dell'esigenza di: c) rimuovere gli ostacoli all'effettivo esercizio della libertà di associazione e di espressione posti ai componenti delle Forze Armate; d) ottenere la calendarizzazione dell'argomento ed una rapida approvazione della legge di riforma della Rappresentanza Militare tale da garantire uno strumento di tutela effettiva, di tipo sindacale, a garanzia non solo dei militari ma anche, e soprattutto, dei superiori interessi dell'Istituzione e della democrazia»;
sulla questione dei diritti sindacali sono numerosi gli atti di sindacato ispettivo che ancora attendono le dovute risposte e, mentre i silenzi del Ministro in indirizzo si fanno sempre più evidenti, le richieste di estendere il diritti sindacali anche al personale militare, e in particolare al personale dell'Arma dei carabinieri, si fanno sempre più frequenti negli atti degli stessi organismi rappresentativi che, riconoscendo i propri limiti, riservano particolare attenzione all'argomento e costanza nella sua promozione;
l'estensione dei diritti sindacali anche per il personale militare è divenuta nel tempo una necessità improcrastinabile per far fronte all'acclarata inutilità degli organismi della rappresentanza militare a livello centrale e volta a dare al medesimo personale quelle irrinunciabili garanzie sociali e civili capaci di coinvolgerlo quale soggetto attivo della vita e dello sviluppo del Paese;
lasciare i militari in balia degli interessi personali di un manipolo di satrapi che, in quanto membri del Consiglio centrale della rappresentanza militare, mirano a giudizio degli interroganti costantemente a soddisfare l'interesse personale e non quello dei propri rappresentati, equivale a negare i diritti che la Costituzione riconosce indistintamente a tutti i cittadini, militari compresi;
le organizzazioni sindacali finanziano le proprie attività e quelle dei delegati con i proventi del tesseramento degli iscritti mentre le rappresentanze militari gravano interamente sul bilancio della Difesa e quindi direttamente sui contribuenti,
si chiede di sapere:
quali immediate azioni intenda intraprendere affinché i diritti sindacali siano riconosciuti anche al personale militare e in caso ostativo quali siano le ragioni;
se ritenga corretto che i cittadini italiani siano gravati delle ingenti spese necessarie al funzionamento degli organismi della rappresentanza militare e se non ritenga invece opportuno ripartirle fra tutti i militari ovvero chiedere ai medesimi una contribuzione volontaria per il mantenimento dei propri rappresentanti e delle loro attività.
(4-08433)

   

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