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Salute/ Stare a dieta attiva cervello, scoperta nuova molecola

Dettagli

 



Salute/ Stare a dieta attiva cervello, scoperta nuova molecola
Si chiama Creb1 e si attiva mangiando di meno

Roma, 19 dic. (TMNews) - Stare a dieta non fa bene solo al
fisico. Mangiare troppo, infatti, "appesantisce" il cervello
facendolo invecchiare: ricercatori italiani dell'Universit
Cattolica del Sacro Cuore di Roma hanno identificato una molecola
che aiuta il cervello a mantenersi giovane e che pu essere
attivata semplicemente mangiando meno. Questa molecola, chiamata
Creb1, viene attivata da una dieta a basso contenuto calorico e
funziona da direttore d'orchestra accendendo altri geni
importanti per la longevit e per il buon funzionamento del
cervello. la scoperta frutto del lavoro scientifico condotto
dall'equipe di Giovambattista Pani, ricercatore dell'istituto di
patologia generale, facolt di medicina e chirurgia universit
Cattolica del Sacro Cuore di Roma, diretto dal professor Achille
Cittadini, in collaborazione con il gruppo di ricerca del
professor Claudio Grassi dell'istituto di fisiologia umana. Il
lavoro ha visto impegnati per diversi anni un dottorando di
ricerca, Salvatore Fusco, e altri giovani colleghi (Sofia
Chiatamone Ranieri, Cristian Ripoli, Maria Vittoria Podda, Lucia
Leone) di entrambi gli Istituti. La ricerca viene pubblicata
questa settimana sulla prestigiosa rivista Proceedings of the
National Academy of Sciences USA (PNAS).

La speranza - afferma il dottor Pani - che si trovi il modo di
attivare Creb1, per esempio attraverso nuovi farmaci, anche senza
doverci sottoporre a una dieta ferrea. La restrizione calorica,
non scevra da effetti collaterali, stata per noi pi che altro
un espediente sperimentale per scoprire e accendere un circuito
protettivo del cervello che coinvolge CREB1 e altri geni
responsabili della longevit, le sirtuine (Sirt)". La restrizione
calorica, ovvero una sorta di dieta non particolarmente drastica
in cui l'animale pu mangiare solo fino al 70% del cibo che
consumerebbe normalmente, uno strumento ormai noto per
allungare la vita, come si visto in molti modelli sperimentali.
Sottoposti a restrizione calorica i topi non vanno incontro a
obesit e diabete, presentano migliori performance cognitive,
sono meno aggressivi e non sviluppano, se non molto pi
tardivamente, alterazioni comparabili a quelle della malattia di
Alzheimer e, comunque, in forma meno grave rispetto agli animali
supernutriti.

Non a caso negli ultimi anni si andata facendo largo
l'ipotesi, sempre pi avvalorata da numerosi risultati
sperimentali, che l'obesit fa male al cervello, lo rallenta, lo
fa invecchiare precocemente, rendendolo suscettibile alle
malattie tipiche della terza et come la demenza senile e il
Parkinson. Al contrario, la restrizione calorica mantiene giovane
il cervello. Ci nondimeno, i "pulsanti" molecolari che governano
gli effetti positivi della dieta sul cervello non erano finora
noti. Creb1 regola anche importanti funzioni cerebrali come la
memoria, l'apprendimento e il controllo dell'ansia e la sua
attivit diminuisce o viene compromessa fisiologicamente dall'et
che avanza.

In pratica, la funzione di Creb1 pu essere di molto aumentata
semplicemente riducendo l'introito calorico e Creb
assolutamente indispensabile per l'effetto della restrizione
calorica sul cervello. Infatti, in topi mancanti di Creb1 nelle
aree cerebrali deputate alle funzioni cognitive, i benefici della
restrizione calorica sul cervello risultano totalmente aboliti.
Pertanto, l'animale, nonostante la dieta, presenta gli stessi
deficit dell'animale supernutrito. Queste osservazioni
identificano, quindi, per la prima volta un importante mediatore
degli effetti della dieta sul cervello.
SALUTE: STUDIO ITALIANO, MANGIARE TROPPO FA INVECCHIARE CERVELLO =
(AGI) - Roma, 19 dic. - (NOTIZIA EMBARGATA ALLE ORE 21)
Mangiare troppo "appesantisce" il cervello facendolo
invecchiare: ricercatori italiani dell'Universita' Cattolica
del Sacro Cuore di Roma hanno identificato una molecola che
aiuta il cervello a mantenersi giovane e che puo' essere
attivata mangiando meno. Questa molecola, chiamata CREB1, viene
attivata da una dieta a basso contenuto calorico (restrizione
calorica) e funziona da direttore d'orchestra accendendo altri
geni importanti per la longevita' e per il buon funzionamento
del cervello. E' la scoperta frutto del lavoro scientifico
condotto dall'equipe di Giovambattista Pani, ricercatore
dell'Istituto di Patologia Generale, Facolta' di Medicina e
Chirurgia Universita' Cattolica del Sacro Cuore di Roma,
diretto dal Professor Achille Cittadini, in collaborazione con
il gruppo di ricerca del professor Claudio Grassi dell'Istituto
di Fisiologia Umana. Il lavoro ha visto impegnati per diversi
anni un dottorando di ricerca, Salvatore Fusco, e altri giovani
colleghi (Sofia Chiatamone Ranieri, Cristian Ripoli, Maria
Vittoria Podda, Lucia Leone) di entrambi gli Istituti. La
ricerca viene pubblicata questa settimana sulla prestigiosa
rivista Proceedings of the National Academy of Sciences USA
(PNAS). "La speranza - afferma il dottor Pani - e' che si trovi
il modo di attivare CREB1, per esempio attraverso nuovi
farmaci, anche senza doverci sottoporre a una dieta ferrea. La
restrizione calorica, non scevra da effetti collaterali, e'
stata per noi piu' che altro un espediente sperimentale per
scoprire e accendere un circuito protettivo del cervello che
coinvolge CREB1 e altri geni responsabili della longevita', le
sirtuine (Sirt)". La restrizione calorica, ovvero una sorta di
dieta non particolarmente drastica in cui l'animale puo'
mangiare solo fino al 70% del cibo che consumerebbe
normalmente, e' uno strumento ormai noto per allungare la vita,
come si e' visto in molti modelli sperimentali. Sottoposti a
restrizione calorica i topi non vanno incontro a obesita' e
diabete, presentano migliori performance cognitive, sono meno
aggressivi e non sviluppano, se non molto piu' tardivamente,
alterazioni comparabili a quelle della malattia di Alzheimer e,
comunque, in forma meno grave rispetto agli animali
supernutriti. (AGI)
Pgi (Segue)
191414 DIC 11

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SALUTE: STUDIO ITALIANO, MANGIARE TROPPO FA INVECCHIARE CERVELLO (2)=
(AGI) - Roma, 19 dic. - (NOTIZIA EMBARGATA ALLE ORE 21) Non a
caso negli ultimi anni si e' andata facendo largo l'ipotesi,
sempre piu' avvalorata da numerosi risultati sperimentali, che
l'obesita' fa male al cervello, lo rallenta, lo fa invecchiare
precocemente, rendendolo suscettibile alle malattie tipiche
della terza eta' come la demenza senile e il Parkinson. Al
contrario, la restrizione calorica mantiene giovane il
cervello. Cio' nondimeno, i "pulsanti" molecolari che governano
gli effetti positivi della dieta sul cervello non erano finora
noti. Ci hanno pensato i ricercatori dell'Universita' Cattolica
a fare un po' di luce, scoprendo una molecola attivata dalla
restrizione calorica. Gli esperti hanno dimostrato che a
mediare gli effetti positivi della dieta nel cervello e' la
proteina CREB1, una molecola che supervisiona l'attivazione di
altri geni tra cui quelli delle molecole della longevita', le
sirtuine. Non a caso CREB1 regola importanti funzioni cerebrali
come la memoria, l'apprendimento e il controllo dell'ansia e la
sua attivita' diminuisce o viene compromessa fisiologicamente
dall'eta' che avanza. "I neuroni - spiega Grassi - comunicano
tra loro mediante giunzioni specializzate chiamate sinapsi la
cui funzione e' essenziale non solo per la trasmissione delle
informazioni nelle reti neurali, ma anche per il loro
immagazzinamento (formazione dei ricordi). La corretta funzione
delle sinapsi e', quindi, determinante per l'apprendimento e la
memoria e sue alterazioni sono alla base del declino cognitivo
che si osserva nella malattia di Alzheimer e in altre forme di
demenza. I nostri studi dimostrano che la restrizione calorica
potenzia la capacita' delle sinapsi di memorizzare le
informazioni e che tale azione benefica e' mediata da CREB1". I
ricercatori italiani hanno scoperto, infatti, che la funzione
di CREB1 puo' essere di molto aumentata semplicemente riducendo
l'introito calorico e che CREB e' assolutamente indispensabile
per l'effetto della restrizione calorica sul cervello. Infatti,
in topi mancanti di CREB1 nelle aree cerebrali deputate alle
funzioni cognitive, i benefici della restrizione calorica sul
cervello (miglioramento della memoria, etc.) risultano
totalmente aboliti. Pertanto, l'animale, nonostante la dieta,
presenta gli stessi deficit dell'animale supernutrito. Queste
osservazioni identificano, quindi, per la prima volta un
importante mediatore degli effetti della dieta sul cervello.
"Questa scoperta - conclude Pani - ha notevoli implicazioni per
future terapie volte a mantenere il cervello giovane e
prevenirne la degenerazione senile. Inoltre, i nostri studi
gettano luce sulla correlazione, evidente ma mai completamente
compresa, tra malattie metaboliche (diabete e obesita') e
declino delle attivita' cognitive". (AGI)
Pgi
191414 DIC 11

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