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Contro resistenza antibiotici 'vecchi' farmaci combinati

Dettagli

Salute/ Contro resistenza antibiotici 'vecchi' farmaci combinati
E alto dosaggio. I consigli degli infettivologi di Pisa

Roma, 21 nov. (TMNews) - Associazione combinata di vecchi farmaci
e alto dosaggio. E' questa l'unica via per combattere la
resistenza dei ceppi batterici agli antibiotici, che potrebbe
essere definita come la nuova emergenza sanitaria dell`era
post-moderna, ossia la mancanza di farmaci antibiotici in grado
di sconfiggere i nuovi microrganismi che si stanno diffondendo
sul pianeta. Solo in Italia si stimano 400mila casi l`anno di
infezioni contratte ad esempio in ambito ospedaliero, con una
spesa a carico del servizio sanitario nazionale pari a 1 miliardo
di euro. La letalità in questi casi si aggira intorno al 5-10%.
Dei suggerimenti su cosa fare, soprattutto per proteggere i
pazienti `fragili`, con esiti da interventi chirurgici importanti
e ricoverati nelle terapie intensive, dal rischio di setticemie o
infezioni polmonari, per le quali oggi non esistono più baluardi
farmacologici inviolati, sono gli infettivologi dell'azienda
ospedaliera di Pisa.

"Stiamo tornando paradossalmente all`era pre-antibiotica -
spiega Francesco Menichetti, direttore dell`unità operativa di
malattie infettive dell`Aoup - perché i germi patogeni hanno
progressivamente sviluppato resistenze ai farmaci e oggi, specie
in ospedale, circolano microbi non sensibili agli antibiotici a
disposizione. Il rischio concreto è quindi che le infezioni
ospedaliere da germi multi resistenti risultino letali anche per
mancanza di antibiotici", che mancano perché "da vent`anni
l`industria farmaceutica non investe più nella ricerca
antimicrobica in quanto poco redditizia". Inoltre occorrono
almeno 10 anni per giungere alla fase di registrazione, prima di
immettere il nuovo antibiotico sul mercato. E un terzo aspetto è
che il prodotto ha costi contenuti e viene usato per brevi
periodi.

"Il paradosso odierno - prosegue Menichetti - è che la
resistenza agli antibiotici è diventata espressione diretta del
loro utilizzo. Vale a dire che tanto più se ne usano, tanto più i
germi patogeni semplici si adattano al nemico, mutano e resistono
ai suoi effetti. In pratica, un antibiotico se da un lato genera
beneficio per il singolo paziente, uccidendo l`agente patogeno
che genera l`infezione, dall`altro genera resistenza in quanto
l`intera flora batterica muta a seguito della pressione
antibiotica esercitata". (segue)

Apa

211331 nov 11
Salute/ Contro resistenza antibiotici 'vecchi' farmaci... -2-
"Non ci sono nuove molecole, bisogna fare con quello che c'è"

Roma, 21 nov. (TMNews) - Per non parlare poi dell`abuso di
antibiotici e del fenomeno sempre più diffuso delle cure
fai-da-te, con soggetti che assumono gli antibiotici che hanno in
casa senza il parere del medico, o per trattare infezioni virali,
o dell`uso non terapeutico degli antibiotici come promotori della
crescita in agricoltura. L`uso eccessivo di antibiotici come la
penicillina e l`eritromicina ha cominciato a registrare
resistenze già dal 1950. Fra le forme più diffuse di uso
improprio di antibiotici c`è ad esempio l`uso eccessivo nella
profilassi dei viaggiatori; in caso di prescrizione medica, la
mancata presa in considerazione del peso del paziente e della
storia del precedente uso di antibiotici, dal momento che
entrambi i fattori possono influenzare fortemente l`efficacia di
una prescrizione di cura; il mancato rispetto della posologia, il
mancato riposo per il recupero sufficiente a consentire la
liquidazione dell`organismo infettante.

Qual è la via d`uscita da questa nuova emergenza sanitaria? "Dal
momento che in commercio non esistono nuove molecole - conclude
Menichetti - bisogna fare con quello che c`è: si deve attuare una
vera e propria rivoluzione nella ricerca clinica, basandosi
sull`osservazione degli effetti sui pazienti dell`associazione
combinata fra vecchi farmaci antibiotici, con la variante
dell`aumento del dosaggio sotto stretto controllo. Si tratta di
raccogliere una casistica di risultati analizzando tutti gli
aspetti, clinici, microbiologici e farmacologici di un
determinato 'cocktail' farmaceutico, basandosi sull`evidenza
scientifica di essi. E` l`unica arma a disposizione della clinica
in questa fase, oltre a un investimento maggiore di risorse nel
controllo delle infezioni ospedaliere".

Apa

211331 nov 11

   

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