Biotestamento: osservazioni CGIL al Disegno di Legge in discussione al Senato. Appello FP CGIL, FP CGIL Medici"Io non costringo curo"

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Categoria: Documenti, Codici
Creato Lunedì, 03 Ottobre 2011 07:59
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Osservazioni CGIL

sul testo del Disegno di Legge (ddl 10b) “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”
Il testo del Disegno di Legge (D.d.L. 10b), che dovrebbe normare il testamento biologico e il “fine vita” nel nostro paese è diventato oggetto di una battaglia ideologica, che rischia di travolgere la garanzia di libera espressione della volontà dei pazienti e le norme deontologiche, prima tra tutte l’alleanza terapeutica medico-paziente, vera base di un sistema scevro da condizionamenti e oscurantismi.
Si sottolineano in particolare le seguenti norme:
Art.1 comma 1 lettera c)
Il richiamo al codice penale per i medici e per chi presta assistenza (con accusa di omicidio, omicidio del consenziente, istigazione o aiuto al suicidio) se non portano avanti attività “esclusivamente finalizzate alla tutela della vita e della salute” appare come un inaccettabile tentativo di criminalizzazione.
Art.2 comma 9
Si annulla il ricorso al consenso informato proprio nella situazione di emergenza quando c’è un rischio per la vita del paziente. Proprio nel momento cruciale della vita non si potranno far valere le volontà del cittadino ed il medico sarà costretto ad intervenire, anche senza rispettarle.
Art. 3 comma 4
Si travisa la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità dove all’articolo 25 (Salute) si afferma che, per loro, bisogna “prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di prestazione di cure e servizi sanitari o di cibo e liquidi in ragione della disabilità”.
Affermare, poi, che alimentazione e idratazione non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento presuppone che non siano considerate trattamenti sanitari, come invece riconosciuto dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale. Lo stesso articolo 53 del codice deontologico dei medici prevede che il medico, in caso di rifiuto consapevole di nutrirsi, non deve assumere iniziative costrittive. Pertanto, se questo non sarà cambiato il medico o rischia di essere incriminato dalla legge o sottosposto a procedimento disciplinare dall’Ordine dei Medici.
Art. 7 comma 2e comma 3
Prevedere che il medico curante possa non seguire le dichiarazioni anticipate di trattamento e che comunque non possa “prendere in considerazione orientamenti volti comunque a cagionare la morte del paziente” è in netto contrasto con gli articoli 35 (Acquisizione del consenso) e 38 (Autonomia del cittadino e direttive anticipate) del Codice deontologico dei medici, nonché degli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione
Per dare una risposta a questo testo a febbraio 2011 , l’Fp Cgil nazionale l’Fp Cgil Medici hanno lanciato l’Appello “Io non costringo, curo” (vedi pagina seguente) dei medici e degli operatori sanitari per la libertà di scelta sul testamento biologico e contro l’accanimento terapeutico, e la campagna di sensibilizzazione, con primi firmatari Ignazio Marino e Umberto Veronesi. Oltre 11mila sono state le adesioni raggiunte tra i medici e gli operatori sanitari, a testimonianza della indignazione di chi quotidianamente è chiamato a prestare cure ed assistenza.
Roma 29 settembre 2011
Si sono uniti alla nostra iniziativa importanti associazioni di categoria, associazioni degli studenti e degli specializzandi, singoli medici e operatori sanitari, che, pur non aderendo alla nostra organizzazione, condividono il senso di una battaglia di civiltà che va ben oltre i tradizionali steccati politico-sindacali, appellandosi alle coscienze di ognuno di noi.
Una battaglia attraverso cui il mondo del lavoro nella sanità si schiera con le proprie idee e difendendo la propria professionalità.
Non è un caso che l’Appello si ispiri alla Costituzione e al Codice deontologico dell’Ordine dei medici, cercando di tenere insieme i valori laici e democratici che fondano la nostra Repubblica e quelli che regolano le professioni sanitarie, vissute con spirito di servizio ed etica del dovere.
La scelta di questo testo è chiaramente strumentale e propagandistica. Niente a che vedere con la sbandierata difesa della dignità della vita. Si sta pericolosamente oggettivizzando ciò che non è oggettivo, ma legato alle intime convinzioni e alla volontà dei singoli. Si vuole ostinatamente rendere universale un precetto religioso che finirebbe per tradire la laicità del nostro Stato e i valori della sua Carta costitutiva.
Noi crediamo, al contrario, che si debba costruire un sistema che veda i medici e gli operatori sanitari, in scienza e coscienza, accompagnare i pazienti in percorsi di cura consapevoli e informarti, rispettosi delle diversità e dell’intima volontà di ognuno. Pretendiamo che il campo di confronto venga sgomberato dagli ostacoli dell’ideologia. Pretendiamo cioè che la scienza venga liberata da condizionamenti, che la vita delle persone non diventi oggetto di un confronto, francamente fuori dal tempo, tra posizioni che dovrebbero essere tutt’altro che contrapposte. In qualunque modo si voglia essere curati, qualunque sia la propria fede religiosa, a ogni cittadino va garantita l’effettività della Costituzione, la libera scelta nel trattamento sanitario e la garanzia che le leggi dello Stato non possano “in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Nessuno ha amore più grande di colui che sa rispettare la libertà dell'altro (S.Weil)
Appello dei medici e degli operatori sanitari per la libertà di scelta sul testamento biologico e
contro l'accanimento terapeutico. io non costringo, curo.
Promosso dalla Fp-Cgil e dalla Fp-Cgil Medici
I medici e gli operatori sanitari non vogliono una legge che costringa a mantenere in vita con tecnologie straordinarie o sproporzionate chi ha deciso di rifiutarle in modo consapevole e non ha più una ragionevole speranza di recupero.
Non vogliono calpestare, per scelte legislative ideologiche, la deontologia professionale e la stessa Costituzione che garantiscono il rispetto della volontà dell'individuo sulle terapie da effettuare.
Non vogliono che l'idratazione e la nutrizione artificiale siano strumentalmente considerate nella legge come "pane ed acqua", in contrasto con la comunità scientifica internazionale e negando l'evidenza della necessità per la loro somministrazione di competenze mediche e sanitarie.
Vogliono invece poter lavorare secondo scienza e coscienza in una alleanza terapeutica con la persona assistita, alla quale devono sempre essere garantite la dignità e la decisione finale.

Fonte CGIL

Roma 29 settembre 2011